10 aprile 2006

Al voto, al voto!

Oggi sono di riposo. Dopo aver accompagnato al lavoro la mia amata, e sottopagata, signora mi sono avviato al seggio elettorale. Stessa musica, il traffico non perdona. Attraverso Firenze e penso a come andrà, spero bene ma dopo lo sgambetto di cinque anni fa non mi fido molto di certi miei connazionali.

Votare è un dovere, un diritto ma anche, e non ne parliamo mai, un privilegio.

Mio nonno l'ha avuto in età avanzata, mio padre un pò prima, io invece con il diciottesimo compleanno.

Vabbè, si può dire di tutto su questo privilegio ma non che non dia opportunità di cambiamento a chi lo esercita. Alcuni, non molti, non lo esercitano per convinzione ideologica, ma molti dei rimanenti in realtà non votano perché non ci capiscono niente, il che non sarebbe poi così grave, se non fosse che si rifiutano anche di partecipare e "imparare".

Sono quelli che per esempio dicono: "sono tutti uguali!" e cioè che il partito per cui ho votato è uguale a quelli che hanno retto l'attuale governo. ...Non mi pare proprio!

"Tanto non cambia niente!", ma perdio se ne sono cambiate di cose negli ultimi cinque anni!

Insomma "opinioni", e non sarebbe questo il termine corretto, di una tale banalità che quasi non mi stupisco che sia stato eletto il cavalier Berlusconi.

Poveretti a dire il vero però va anche detto che uno dei loro idoli, la TV, ha affogato nella vasca da bagno la sua missione educatrice e divenendo una vetrina di tette rifatte e culi ostentati, quiz cretini, pettegolezzi da massaie annoiate e telegiornali azzerbinati non è che abbia contribuito alla loro crescita, non dico politica, ma almeno culturale.

Però Dio mio, la vita ti insegna a riconoscere perlomeno i bugiardi dalle persone serie! E allora come la mettiamo? Rieleggiamo un bugiardo cronico? Questa non è solo politica, è anche capire il mondo. Non c'è bisogno di essere Marxisti o Liberali un bugiardo è semplicemente un bugiardo!

Sono arrivato al seggio e porco Giuda, scusa Giuda, per un pelo, in retromarcia, non ho fatto fuori un vecchietto. Scendo chiedo scusa all'anziano signore e mi avvio, è giunto il momento di andare a fare il “coglione”.

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