09 dicembre 2006

Friedman

E' morto Milton Friedman, padre e nume del neoliberismo economico, patriarca di quei “Chicago boys” che ci hanno regalato il porcaio economico in cui stiamo sguazzando e che ha profondamente inciso nell'immaginario economico degli ultimi venticinque anni. Il suo pensiero, abbracciato fin dall'inizio da un capitalismo statunitense in cerca di carne fresca in cui affondare le zanne ed esportato poi con determinazione al resto del mondo, è stato importante nella determinazione a distruggere tutto ciò che avesse una valenza sociale o comunitaria. Attribuirgli tutte le colpe della miseria sociale che stiamo vivendo è eccessivo, hanno infatti contribuito con passione all'applicazione del suo pensiero molti "allievi" anche appartenenti a quella certa sinistra alla ricerca di un'identità dopo lo sbolognamento rivoluzionario post-muro e il conseguente ripudio del Marxismo. Personaggi che ci ritroviamo nell' "onesto e serio governo" che noi, pur di non rieleggere Berlusconi, abbiamo votato. Sarà utile ricordarci di lui quando ci troveremo a decidere, e prima o poi dovremo farlo, che cosa fare dell'economia, questa pseudo scienza, questo contenitore artefatto in cui le poche certezze sono surclassate da una miriade di scemenze teoriche e attraverso la quale si riescono a dare spiegazioni solo dopo che l'ennesima e ciclica crisi economica ci ha rotto le ossa. Tuttavia festeggio, se n'è andato uno dei più determinati nemici dell'umanità solidale, e mi auguro, scusate la cattiveria, che tutti coloro che lo seguono ci liberino della loro nefasta presenza. Milton Friedman è morto per un arresto cardiaco dimostrandoci di aver un cuore, mi ha sorpreso, pensavo ne fosse sprovvisto.